Le crisi della nostra epoca saranno sempre più caratterizzate da tratti determinati e specifici. Saranno, e sono già state, globali, velocissime, simmetriche, complesse. Come gas espansi, le nuove crisi tendono a occupare tutto lo spazio a loro disposizione: tutto lo spazio politico, tutto lo spazio sociale ed economico, tutto lo spazio mediatico. Si manifestano su scale sempre più imponenti. Lo abbiamo visto e vissuto con la crisi pandemica e prima con quella finanziaria del 2008. Lo stiamo vedendo e vivendo con la crisi ambientale, che soddisfa tutte le caratteristiche sopra descritte, elevate al cubo. Ma provate a rappresentarvi una pandemia da virus informatici e al tracollo cui porterebbe, oppure una perdita di controllo sulle Intelligenze Artificiali. Facciamo fatica anche solo a immaginarlo. La domanda da porci è: cosa comporta tutto questo per le nostre vite individuali e collettive? Come incide sul modo di pensare al futuro?
A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Le esistenze dei protagonisti sono legate in un unico disegno beffardo e tragico, mentre cercano ognuno la propria redenzione. Il film ha ottenuto 5 candidature ai Nastri d’Argento, 4 candidature e 2 premi ai David di Donatello.