Jacopo Cecere guarda albatri e berte come a dei “cartografi del vento”, esploratori che tracciano mappe invisibili sui nostri oceani. Le berte sono pendolari dell’Atlantico che compiono viaggi decennali tra i poli, mentre gli albatri restano filosofi erranti dei mari australi, capaci di volare ore senza battere le ali, in meditazione perpetua tra sforzo e grazia. Sono uccelli che leggevano le correnti e ora devono decifrarle in un ambiente sempre più corrotto dall’intervento umano: plastica negli oceani, pesca industriale, un clima fuori controllo. Osservandoli possiamo imparare dalla loro resistenza e dalla loro capacità di orientarsi in spazi infiniti, collegando la loro storia naturale alle storie umane di esplorazione, perdita e ricerca del senso di appartenenza al mondo.
A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Le esistenze dei protagonisti sono legate in un unico disegno beffardo e tragico, mentre cercano ognuno la propria redenzione. Il film ha ottenuto 5 candidature ai Nastri d’Argento, 4 candidature e 2 premi ai David di Donatello.